Attualmente non esiste una definizione universale di incitamento all’odio ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani. Il concetto è ancora in discussione, in particolare per quanto riguarda la libertà di opinione ed espressione, la non discriminazione e l’uguaglianza.
Nell’uso comune, il termine “incitamento all’odio” si riferisce a discorsi offensivi che prendono di mira un gruppo o un individuo sulla base di caratteristiche intrinseche quali razza, religione, nazionalità o genere, rappresentando una potenziale minaccia all’armonia sociale.
L’incitamento all’odio è spesso discriminatorio, manifesta pregiudizio, intolleranza o bigottismo e può manifestare pregiudizio, disprezzo o sdegno nei confronti di un individuo o di un gruppo.
L’incitamento all’odio prende di mira sia i fattori identitari reali che quelli percepiti, tra cui religione, etnia, nazionalità, razza, colore, discendenza e genere. Include anche caratteristiche quali lingua, origine economica o sociale, disabilità, stato di salute, orientamento sessuale e molti altri.
Questo tipo di discorso può essere trasmesso attraverso varie forme di espressione, tra cui immagini, fumetti, meme, oggetti, gesti e simboli, e può diffondersi sia offline che online.
Il progetto ERASMUS+ “Report Hate” con organizzazioni partner di
mira a dare ai giovani l’opportunità di agire contro l’incitamento all’odio.
A tal fine, abbiamo sviluppato il primo portale transnazionale per la segnalazione di discorsi d’odio, specificamente rivolto ai giovani, e lo stiamo promuovendo con un’ampia campagna sui social media.
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